martedì 10 dicembre 2019

Pagare per vedere i Pulcini

Sabato scorso, 7 dicembre, Sant'Ambrogio, per la prima volta nella mia vita, mi è capitato di dover pagare il biglietto d'ingresso di 2,50€ per poter assistere alla partita di calcio di mio figlio, che gioca a calcio nella categoria Pulcini, annata 2010.

Non sono scandalizzato da questo fatto, non voglio fare il melodrammatico e nemmeno voglio mettere sulla graticola la società ospitante (che volutamente non menziono), anche perchè il biglietto d'ingersso è pratica comune e necessaria nel periodo che va da fine aprile a metà giugno, in cui le famiglie sovvenzionano i tornei di calcio sparsi per tutta Italia (e non solo).

La cosa che più mi ha colpito e mi fa ancora riflettere è che non si trattava di un torneo primaverile, ma di una gara del campionato FIGC.



So bene che questo argomento ha già sollevato in passato un polverone social:


Conosco bene le difficoltà economiche delle società che si fanno in quattro per cercare impianti, allenatori, materiale, kit d'allenamento e da gara;

conosco bene la fatica nel trovare sponsor o persone generose e munite di una passione straordinaria che decidono di investire in un'attività, quella dei piccoli, definita a carattere eminentemente promozionale, ludico e didattico [dal Comunicato Ufficale N.1 FIGC];

ma far pagare il biglietto per delle partite dell'Attività di Base mi lascia ancora molto perplesso, mi sembra una caduta di stile e una mancanza di rispetto nei confronti dei piccoli calciatori.

Non ho avuto il coraggio di chiedere se il biglietto lo facessero pagare anche ai genitori dei bambini della squadra locale. Comunque ... per poter vedere mio figlio ed i suoi compagni, ho pagato, ho anche scherzato con chi mi ha venduto il biglietto e mi sono accomodato sulle tribune. Mi sono anche goduto la partita, ma viste le condizioni del campo e quelle degli spogliatoi continuo a chiedermi:

- quanti di questi soldi raccolti settimanalmente vengono realmente investiti nel migliore le strutture (campo, spogliatoi, etc...) ?

- quanti di questi soldi raccolti settimanalmente vengono realmente investiti nell'incrementare la competenza dello staff degli allenatori?

Altra occasione persa per applicare il buon senso.

martedì 19 novembre 2019

I danni di un allenatore nel settore giovanile

Solo chi vive i campi di calcio del settore giovanile può capire i gravi danni generati da allenatori inadeguati. Danni che purtroppo toccano la sfera psicologica di un bambino. Danni che potrebbero influenzare la crescita del piccolo giocatore, non tanto per le ripercussioni nel mondo del calcio, ma purtroppo per le influenze di questi danni nella vita di tutti i giorni.

Come consuetudine del mio blog, parlo di esperienze che ho vissuto in prima persona e non per sentito dire!!!

Sabato pomeriggio. Sono sul campo a seguire, come responsabile tecnico, le partite del settore giovanile delle "mie" squadre. Durante la fase di "riscaldamento" pre-gara (se così possiamo definirlo nelle categorie dell'attività di base), l'occhio mi cade sul portiere della squadra avversaria: si siede dietro alla porta e si mette a piangere. In questi casi non riesco mai a resistere e mi avvicino al bambino, insieme al suo allenatore, persona molto dolce che mi aiuta a consolarlo.

"Non voglio giocare. I compagni dicono che sono scarso. Sbaglio e faccio perdere la squadra. Meglio che gioca XXX, lui è più forte di me."

Queste sono le parole del bimbo, parole che mi fanno riflettere, e che cerco di ammorbidire per convincerlo a tornare in campo. Fortunatamente ci riesco e la partita viene disputata serenamente senza alcun problema.

"Dov'è quindi il problema?" "Quali danni?" - vi starete chiedendo.

Fin qui nulla di strano, normale amministrazione.

Dopo qualche settimana dall'episodio, parlando al telefono con un amico di una società vicina (sia in termini chilometrici che di filosofia calcistica), mi capita di "sparlare" male (come faccio spesso) dell'operato di un allenatore (purtroppo incontrato nuovamente su un campo da calcio con dei bambini) che, con i suoi modi bruschi, umilianti e arroganti, crede di avere la verità del calcio in tasca e gestisce ogni gara dei piccoli come fosse la finale di Champions League.

Cosa scopro? Che questo esemplare di allenatore è stato l'allenatore del portierino impaurito descritto sopra, nei precedenti 4 anni!!! WOW ... e più parlo al telefono e più scopro aneddoti imbarazzanti, o meglio allarmanti sull'operato del "nuovo GURU del calcio".

Subire per ben 4 anni l'umiliazione, le urla, gli insulti dell'allenatore e, cosa ancora più grave, dei propri compagni di squadra che per colpa sua perdevano le partite ed i tornei, ha lasciato segni evidenti nell'autostima di questo bambino.


Mi chiedo:

- ma tu società che permetti ad uno così di gestire dei bambini, come fai a stare serena? 

- ma tu genitore che vedi tuo figlio subire pressioni psicologiche di questa portata, perchè non lo fai presente alla società?

- ma tu presunto allenatore, ti sei mai chiesto quali DANNI stai provocando nelle menti dei bambini che credi di allenare?



Chiarisco:

per evitare fraintendimenti, visto che poi la gente dice in giro che sembra che sia bravo solo io, che si lavori bene solo nella società in cui opero!!!

- non pretendo di avere ragione o di dover insegnare ad altri il mestiere dell'allenatore del settore giovanile

- voglio solo dare uno spunto di riflessione soprattutto ai genitori per poter valutate bene se l'ambiente in cui si allena vostro figlio sia sereno o se invece sia fonte di inutili pressioni psicologiche



Dal Comunicato Ufficiale N.1 del Settore Giovanile e Scolastico:




martedì 13 agosto 2019

Vibe o Nuova ... Ronchese?


Mi dispiace tornare a scrivere sul mio blog per una questione non puramente tecnica, ma dopo la pubblicazione di questo articolo sui giornali locali, sento il bisogno di dire la mia sull'argomento.



Qualcuno potrebbe chiedermi? - "Chi sei tu per avere voce in capitolo su questa faccenda?" Risposta: "Ho allenato le squadre del settore giovanile della Nuova Ronchese (prima della fusione) e della Vibe Ronchese (dopo la fusione) ed attualmente ricopro il ruolo di responsabile tecnico del settore giovanile della Vibe Ronchese. Quindi i due ambienti li conosco bene".

Premetto subito che in questo post non mi schiererò nè da una parte e nè dall'altra, non è questo il mio obbiettivo. La cosa che mi interessa è solo salvaguardare il CALCIO dei BAMBINI.

Per settimane sono stato in silenzio ad osservare le provocazioni, gli insulti e le polemiche e quando i toni hanno raggiunto livelli esagerati, mi sono prodigato di contattare gli interessati di entrambe le parti, chiedendo loro di moderare i toni o meglio ancora, di deporre le armi, perchè questa GUERRA DI RELIGIONE non sarebbe servita a nessuno,  anzi era l'ennesima esibizione negativa, di un qualcosa che personalmente sto cercando di COMBATTERE e CONTRASTARE da anni, prima alla Nuova ed ora alla Vibe Ronchese.

E' veramente strano come possa far più scalpore e generare maggior interesse un fatto negativo piuttosto che anni di duro lavoro (di entrambe le società) al servizio della crescita, formazione ed educazione dei bambini e dei ragazzi di Ronco, Bernareggio, Villanova e paesi limitrofi.

Vorrei quindi chiedere a tutte le persone coinvolte di tornare a parlare di CALCIO SANO, di calcio a livello di bambino e di avere almeno l'accortezza di tenere fuori da queste polemiche i SETTORI GIOVANILI e tutte le persone che come me ci mettono la faccia e credono in un CALCIO EDUCATO.

Sono infastidito, come amante del calcio e come addetto ai lavori, da frasi del tipo: "Come si fa ad iscrivere un bambino in una società così?" - sia chiaro, rivolte sia alla Nuova che alla Vibe Ronchese - perchè so quante persone educate, volenterose, competenti, spendono parte del loro tempo libero dietro all'illusione di poter CAMBIARE i luoghi comuni del calcio.

Non accetto quindi che dei capricci degli adulti nati SOLO ESCLUSIVAMENTE per incomprensioni sulla PRIMA SQUADRA, mettano in cattiva luce i progetti formativi che si vogliono realizzare con i bambini ed i ragazzi.

Concludo dicendo che tutti noi possiamo avere visioni diverse su come organizzare una società sportiva e credo che sia lecito anche creare qualcosa di alternativo da offrire alle famiglie dei nostri paesi. Il tutto però deve sempre essere fatto con il massimo RISPETTO e la massima EDUCAZIONE possibile, perchè poi certi valori, su un campo da calcio, diventano difficili da INSEGNARE.


venerdì 1 febbraio 2019

Il calcio ai tempi di WhatsApp

Come è difficile seguire tutti i gruppi WhatsApp!!! 

Ormai le comunicazioni ufficiali vengono fatte mediante questo strumento: amici, scuola, catechismo, società sportive. Calcio incluso.

Bellissimo!!! Per uno tecnologico come il sottoscritto che svolge il triplice ruolo di genitore, allenatore e responsabile è il massimo: avvisare in un secondo tutti i genitori sugli orari di svolgimento degli allenamenti, delle partite o eventuali variazioni dell'ultimo momento, credo sia fantastico.

Purtroppo i problemi non vengono creati dallo strumento, ma da chi lo usa (o meglio abusa).

Non vorrei dare lezioni di come si utilizzino i "social", per non passare per "professore", ma se un gruppo WhatsApp, creato come BACHECA INFORMATIVA per i genitori, viene scambiato per un "luogo" dove tutti possono dire tutto e criticare l'operato di persone educate, intravvedendo sempre la malafede o la persecuzione nei confronti del proprio figlio, gridando allo SCANDALO, all' INGIUSTIZIA o all' EMARGINAZIONE, permettetemi che un minimo di "orticaria" mi possa venire.

Sono però abituato a vedere il bicchiere mezzo pieno e con piacere condivido un esempio positivo: un bellissimo messaggio postato da un papà (che ringrazio affettuosamente) su uno di questi famosissimi gruppi.

Se tutti i genitori fossero come questo padre e riscoprissero veramente il loro ruolo, non ci sarebbe bisogno di nascondersi dietro ad un gruppo WhatsApp per giustificare l'operato del figlio, ma basterebbe serenamente SPIEGARE AL FIGLIO LA VERITA'.



Ciao a tutti
Premetto che l’intenzione di queste mie parole non è sollevare altre polemiche ma cercare di riflettere su alcuni aspetti riassumendo questi primi 4 mesi in poche parole 
Allora... all’inizio dell’anno venivano convocati per le partite più o meno tutti.
RISULTATO: ci siamo lamentati che non era  giusto “buttare” nelle partite dei bambini non ancora pronti tecnicamente chiedendo più allenamenti

A questo punto  si è deciso di prediligere nelle convocazioni i bambini più pronti.
RISULTATO: abbiamo sottolineato l’importanza che tutti i bambini abbiano la possibilità di giocare le partite 

Poi ad un certo punto si è deciso che per le convocazioni, oltre al livello tecnico, si premiava la costanza o l’impegno del bambino in modo da dare più o meno la possibilità a tutti di giocare.
RISULTATO: anche così non va bene perché se un bambino si ammala non è giusto “punirlo” con una non convocazione
Quindi cosa vogliamo fare? Cosa vogliamo chiedere alla società... non troveremo MAI una linea di condotta che vada bene a tutti.

Guardate non voglio criticare nessuno o prendere le difese di nessuno e tantomeno sollevare altre polemiche; vorrei solo sottolineare come sia difficile accontentare tutti. A volte bisognerebbe  accettare un compromesso che vada bene più o meno a tutti, tra quello che desideriamo e quello che ci viene offerto.
Spiegare a mio figlio che sabato non giocherà la partita perché altri bambini si sono allenati durante la settimana e lui no,  lo vedo come un insegnamento sul fatto che l’impegno e la “dedizione” alla lunga pagano. 
Grazie