giovedì 26 luglio 2018

Riscoprire il "PARTITONE" in Oratorio

Agosto è alle porte. Le società dilettantistiche hanno appena concluso i loro Campus Estivie i loro Open Day. Finalmente si stacca la spina. Proprio in questo momento di relax inizia la fase "critica" delle scelte (anche se qualche società si è già portata avanti facendo firmare cartellini a luglio!!!).

"In quale società calcistica iscriverò mio figlio?"

Molte famiglie sono già certe di rinnovare l'iscrizione a Settembre nella società in cui già erano lo scorso anno o dove già gioca un amico del figlio. 
Molte famiglie sono già certe di cambiare società (allenatori non all'altezza, società poco organizzata, mio figlio merita di meglio, ....) e le altre famiglie sono dubbiose.

Non faccio fatica a credere che qualche dubbio o qualche incertezza sia proprio opera dei Campus estivi e degli Open Day.

Premetto che ogni genitore è libero di scegliere il meglio per il proprio figlio e che abbia la facoltà di portarlo dove vuole senza rendere conto a nessuno (a volte sarebbe meglio rendere conto al figlio!!!), 
ma spero sempre che a scegliere sia principalmente il bambino aiutato e sostenuto dai genitori nel valutare i pro e i contro.

Con questo articolo vorrei solo offrire dei semplici spunti di riflessione:
- diffidate di quelle società che vi promettono partite al sabato e alla domenica 
("più giocano e meglio è")

- diffidate di quelle società che vi promettono amichevoli con squadre professionistiche 
("solo confrontandosi con i più bravi si cresce")

- diffidate di quelle società che vi promettono partite con squadre di età superiore a quella di vostro figlio 
("si cresce prima e si forma il carattere")


Volete raggiungere gli stessi obbiettivi appena citati rispettando le esigenze di vostro figlio? Secondo me c'è un metodo più semplice e sereno:
alla domenica portate i vostri figli al campetto dell'oratorio del vostro paese.



I bambini si troveranno a giocare con amici che conoscono (magari compagni di scuola ma non di squadra), con altri che conoscono meno, con quelli di età e capacità differente, ma soprattutto saranno liberi di giocare come e quanto vogliono senza nessun adulto (genitori, allenatori, dirigenti, nonni...) che gli imponga delle regole.

Sedetevi quindi lontano dal campo e osservate vostro figlio: vi sorprenderete di ciò che vedrete e come me direte "Ma perchè non fa queste cose con la sua squadra?"

La libertà di provarci e di sbagliare è il metodo più allenante per migliorare i propri limiti: non sono certo le partite con i professionisti che fanno crescere!!!

E se penso che anche alla domenica, molti bambini, dopo la settimanale partita del sabato vengano caricati su auto e pulmini, obbligati a viaggiare per ore, per poi giocare a calcio solo qualche minuto ... preferisco una società che mi garantisca una buona educazione e che rispetti le famiglie lasciando la domenica libera. Sarà poi a mio figlio a decidere se raggiungere a piedi in pochi minuti l'oratorio ed organizzare il PARTITONE.

Solo così potete scoprire veramente chi è vostro figlio e cosa voglia fare veramente.

lunedì 14 maggio 2018

Aboliamo i tornei infrasettimanali

Venerdì sera. Ore 18:00. Esco dall'ufficio e mi metto in macchina per raggiungere il centro sportivo, dove mio figlio giocherà una partita di calcio di un torneo. 


Ringrazio la disponibilità del padre di un suo compagno di squadra, che è riuscito a dare un passaggio  a mio figlio, altrimenti avrei dovuto prendere un'ora di permesso al lavoro.

C'è molto traffico e comincio ad innervosirmi perchè non so se riuscirò ad arrivare al campo prima dell'inizio della partita. Dopo molte imprecazioni arrivo, ... ma la partita è già iniziata ...

Leggo il cartello affisso presso la biglietteria: 3€ il biglietto d'ingresso!!! 3€??? Penso: "Ci dobbiamo tornare almeno 3 volte!!!" Senza dire nulla, ma molto infastidito, pago ed entro. 
Il primo tempo di 15' minuti è già finito. Nel frattempo anche altri genitori e nonni arrivano trafelati in ritardo, imbottigliati nel traffico dopo una giornata di lavoro. 
Vediamo quindi solo il secondo tempo (15 minuti). Conti alla mano, la partita ci costa 1€ ogni 5 minuti (più cara della Pay TV). 
Fortunatamente mio figlio gioca due tempi, ma c'è qualche suo compagno di squadra che non ha avuto la stessa fortuna ed ha giocato solo 15 minuti. 

Per il momento tralascio la maleducazione dei genitori della squadra avversaria che imprecavano come se fosse la finale di un Mondiale, perchè la mia attenzione è rivolta alla formula di questi tornei: 80 minuti di auto, 3€ il biglietto d'ingresso e qualche bambino gioca solo 15 minuti. 

Forse c'è qualcosa che non torna. Siamo sicuri che facciamo questo per i bambini? Credo che il minutaggio andrebbe invertito: 15 minuti di viaggio ed 80 minuti di gioco, solo così un bambino potrebbe essere felice e magari anche i suoi famigliari pagherebbero più volentieri 3€. 

Non raccontiamoci balle!!! Non diciamo che questi tornei, con questa formulata con partite spalmate durante la settimana, sono affascinanti. Diciamo invece la verità: le società devono recuperare i numerosi costi di un'annata sportiva. 

So che questo articolo provocatorio non sarà gradito da tutti. Faccio comunque un appello: "Aboliamo i tornei infrasettimanali per l'attività di base". E' assurdo passare più tempo in auto che su un campo da calcio. E' assurdo pagare per vedere giocare pochi minuti il proprio figlio ed i suoi amici.

Troviamo quindi un modo più rispettoso per far incassare alle società i soldi necessari per sostenere l'attività sportiva. Nessuno dice che le società sono "in mala fede" perchè guadagnano con i tornei, anzi è legittimo, però troviamo un modo che metta veramente al centro del torneo il bambino e le esigenze delle famiglie che non possono sempre correre ovunque a finanziare società sportive. 


mercoledì 18 aprile 2018

L'allenatore mi ha sgridato


Sabato scorso, come sempre faccio ormai da anni, dopo una mattinata passata sui campi di calcio con i bambini, finisco di raccogliere palloni, conetti, sitsemo le porte, etc... e mi incammino verso lo spogliatoio dove i miei piccoli giocatori stanno facendo la doccia seguiti dai miei magnifici dirigenti accompagnatori.

Nel tragitto verso lo spogliatoio, incrocio una mamma che cerca di consolare un bambino della squadra avversaria, che pochi minuti prima avevo visto giocare in campo. Il bambino piange!!! 

In questi casi non riesco a far finta di nulla.

Mi avvicino e gli chiedo: "Cosa è successo?, Perchè sei triste?" 

Il bambino singhiozzando mi dice: "Il mio allenatore mi ha sgridato".




Giro lo sguardo verso la madre. Non ci diciamo nulla ma ci capiamo.

Io cerco di sdrammatizzare e consolare il bambino dicendo: "Probabilmente il tuo allenatore ti ha detto qualcosa per farti crescere ed insegnarti qualcosa"  ...  ma mentre lo dicevo non credevo a me stesso.

Ho spettinato affettuosamente con la mano i capelli del bambino e l'ho salutato con un "Dammi un 5!!!"

Perchè racconto questo? 

Perchè non deve mai capitare!!!

Vedere un bambino piangere dopo una partita di calcio perchè un adulto l'ha sgridato (non per motivi disciplinari) è qualcosa di orribile.

Sia chiaro. Non voglio dare la colpa a nessuno perchè:
1) non conosco l'allenatore
2) non conosco il bambino
3) non so che cosa è stato detto nello spogliatoio
4) magari ho frainteso la situazione e mi mancano dei pezzi

Vorrei solo condividere con voi il malumore che questa situazione mi ha creato. Continuo a chiedermi: "Ma che cosa avrà mai fatto di male in campo quel bambino per meritarsi una ramanzina simile, che lo ha portato alle lacrime?"

Al momento non ho trovato alcuna risposta. 

Il mio parere è che dopo ogni partita i bambini e tutti gli adulti coinvolti dovrebbero solo sorridere.

mercoledì 28 febbraio 2018

Quali regole?

Io: "Scusi mister, ma perchè non fa rispettare le regole ai suoi bambini?"

Lui: "Quali regole?"


Facciamo un passo indietro. 

Sabato mattina, porto i miei Primi Calci 2010 ad un raggruppamento federale su uno dei campi della brianza. Purtroppo, come spesso mi accade, la nostra squadra è un raro caso di correttezza e onestà: rispetto delle distanze sulla prima palla giocata dal portiere, rispetto delle distanze sulla prima palla giocata su fallo laterale, fallo laterale con passaggio corto, calcio d'angolo con passaggio corto, onestà sui falli (chiaramenti quelli commessi) e anche nel caso in cui la palla scivoli altre le linee ("L'ho tirata fuori io" - dicono i miei bimbi).

Lo so. Forse così è un'esagerazione. Ma se deve essere scuola calcio, il termine scuola mi fa venire subito in mente il "rispetto delle regole".

Ma torniamo al racconto.

Dopo un'ora e un quarto di partitelle, dove mi sono limitato a ricordare ai miei bambini: "Lasciate controllare la prima palla" - "Se la palla è fuori ditelo" - "Il primo passaggio è corto" - "Chiamate il fallo" (ma come avrete ben capito i destinatari di questi messaggi non erano i miei Primi Calci, ma gli avversari, o meglio i loro allenatori), mi avvicino serenamente ad uno degli allenatori e gli pongo la domanda che avete letto sopra.

Lui: "Quali regole?"

Io, sorpreso: "Come, quali regole? Quelle dettate dalla Federazione!!!"

Lui: "Se me lo chiedevi prima della partita le avrei fatte rispettare".

Io, sempre più sorpreso: "Ma scusa, perchè non gliele insegni e gliele fai rispettare sempre?"

Lui: "Anche altre società non le rispettano".

Io, strabuzzando gli occhi: "Ma cosa c'entra? Se ci tieni a far crescere i tuoi bambini, le fai rispettare sempre!!!"

Lui: "Sono rimasto fregato tante volte giocando contro squadre che non le rispettavano".

Io, stremato da tanta incompetenza: "Scusa, ma le regole non sono per te, per farti vincere le partite, ma servono ai bambini".

Lui: "Se me lo chiedevi prima della partita le avrei fatte rispettare".

Ho mollato il colpo: "Ok. Grazie mister. Buona giornata".