mercoledì 2 settembre 2015

Lettera per la nuova stagione

Settembre 2015. La nuova stagione calcistica è già cominciata oppure è alle porte e vorrei inaugurare questo nuovo inizio con una email che mi sono sentito di mandare a due miei amici allenatori. E' una lettera da allenatore/genitore che probabilmente serve più a me stesso,  ma potrebbe essere utile a tutti quelli che devono confrontarsi non solo con i bambini ma anche con i loro genitori.

 
Carissimi,
ci tengo a scrivervi queste righe perchè le cose scritte e lette rimangono più in mente delle cose dette.
Sono sicuro che farete benissimo quest'anno perchè ho visto il tipo di persona che siete.

Il gruppo (non solo bambini) è un buon gruppo, ma come in tutti i gruppi anche qui si nascondono elementi più impegnativi (non solo bambini).

Vi do un pò di suggerimenti, poi sta a voi decidere come e se ascoltarli, perchè assolutamente non voglio interferire con il vostro operato. Sia chiaro vi osserverò con occhio critico, visto che vi affido mio figlio (CHE RESPONSABILITA'!!!!)

- Mai fare paragoni con il passato e mai accettare che qualcuno faccia paragoni con il passato. Esempio. "Mah Roberto faceva così!!!", "Ma io ero abituato a lavorare cosà", "Io ho sempre fatto così", "Io ho usato questo metodo qua", "I bambini dello scorso anno riuscivano a farlo" ... Credo di aver reso l'idea. Il passato è passato e dal passato si porta nel presente solo l'esperienza, non il confronto.

- Ognuno rispetti il propio ruolo: i bambini fanno i bambini, i genitori fanno i genitori, gli allenatori fanno gli allenatori e i dirigenti fanno i dirigenti. Chi decide su tutto quello che si fa sul campo siete voi allenatori. Nessun dirigente può prendere decisioni su allenamenti o partite senza avervi interpellato. Nessun genitore può permettersi di influenzare i vostri allenamenti o le vostre partite. Ci sarà il rischio della troppa confidenza di qualche genitore. Fuori dal campo bene. In campo si tira una riga e i genitori fanno i genitori.

- Siate collaborativi: ho visto troppe volte allenatori della stessa annata isolarsi con la propria squadra. La squadra non è di nessuno. La squadra non è dell'allenatore. Non esite squadra A e squadra B. Se tutto ciò dovesse accadere è solo colpa degli allenatori!!! Diamo un segnale diverso di collaborazione, di unione, di dialogo continuo. Sono gli allenatori in primis a non fare distinzioni con i bambini e a bloccare sul nascere le distinzioni fatte dai bambini stessi e dai genitori.  "Eh ma mio figlio perchè si è allenato con l'altro gruppo?" Risposta: "Qual'è il problema, non sono bambini della stessa età?"!!! "Mio figlio è triste e svogliato perchè non vuole giocare con la squadra debole" Risposta "Se vuole suo figlio può stare a casa a giocare con i LEGO. Magari a suo figlio farebbe bene imparare a perdere o imparare ad aiutare gli altri piuttosto che vincere la partita".

- Una cosa è la carta una cosa è il campo. Tutti abbiamo in mente come lavorare con i bambini, quali esercitazioni fargli fare, ma poi è solo il campo che detta le regole. Non esistono metodi prestabiliti o metodi migliori di altri. Il metodo migliore si deve cercare ogni anno e deve adattarsi ai bambini. Seduta dopo seduta si deve capire quando chiedere di più e quando invece rallentare nelle pretese.

- Avere chiaro in mente quello che si sta facendo e quello che si vuole fare. Mai improvvisare giusto per far passare il tempo. L'improvvisazione è una dote dell'allenatore, ma va usata solo per adeguare una seduta di allenamento che non sta funzionando.

- I bambini devono essere felici: la cartina al tornasole sono i bambini. Se si divertono e ridono e c'è un clima spensierato, l'allenatore sta facendo bene. Se invece ogni seduta di allenamento è una finale di Champions League qualcosa non torna. Va bene pretendere attenzione, disponibilità, ritmo, ma ricordiamoci sempre che sono bambini. Ricordiamoci sempre che se durante la seduta di allenamento stiamo alzando troppo la voce il problema non è dei bambini ma forse è un mio problema perchè sono troppo nervoso oppure perchè inconsciamente sono diventato troppo esigente. In questo caso essere in due sul campo aiuta perchè se non ci arriva uno, ci arriva l'altro.

- Le partite sono un allenamento e l'allenamento non è il parchetto: a questa età la partita ha solo lo scopo di essere una seduta di allenamento in più e va vissuta in maniera serena. Trovate il giusto equilibrio per evitare che i bambini già a questa età "sentano troppo tanto o troppo poco" la partita. Mi sa che qua bisogna prima lavorare sui genitori!!!
L'allenamento non è il parchetto comunale dove ognuno decide cosa fare e definisce le proprie regole. L'allenamento è una scuola. La scuola ha delle regole. Le regole vanno rispettate. Sempre. Fissate poche regole ma fatele rispettare. Le regole vanno fissate subito ad inizio stagione e vanno resi partecipi anche i genitori. Nessuno dovrà dire: "Eh ma io non sapevo".

Concludo dicendovi che ci sono diversi modi di allenare. Se lo si fa con il cuore e si tengono presenti le cose scritte sopra è molto difficile, più di una volta vorreste mandiare al diavolo tutto e tutti, ma se pensate che il vostro insegnamento possa migliorare non solo i bambini ma anche i genitori, beh allora avete capito cosa significa fare l'allenatore!!!



In bocca al lupo
Roberto Ferrario

Nessun commento:

Posta un commento