Sabato 13 dicembre 2014. Ricorderò a lungo questa data. E meno male che il 13 dicembre è Santa Lucia: il giorno più corto che ci sia!!!
La mia squadra di Piccoli Amici 2007 della Vibe Ronchese, viene invitata a partecipare ad un torneo amichevole alla quale partecipa una squadra professionistica di serie A ed altre due società della zona (una delle due società è la società ospitante che mette a disposizione la palestra). Torneo di 4 squadre, da giocare 5 contro 5, con la formula del girone all'italiana, con partite della durata di 25 minuti e con cambi volanti.
Il torneo dovrebbe essere per i 2007, ma già al mio arrivo noto che qualcosa non quadra: conosco dei bambini della squadra ospitante e mi stupisco della loro presenza, perchè il loro anno di nascita è 2005/2006!!! 2 anni di differenza a quell'età sono una montagna, ma sono anche rischiosi dal punto di vista fisico per la disparità della forza impressa dai bambini nel giocare.
Inizia il torneo. La prima partita è tra la squadra ospitante (che schiera 2005 e 2006) e l'altra squadra dilettantistica che si presenta in campo con i 2007. Noto già la qualità del gioco. Nessuna regola rispettata: rinvio lungo del portiere con i pied;. passaggi lunghi sia sui falli laterali che sui calci d'angolo; la prima palla non viene mai fatta giocare, ma i bambini attaccano subito senza lasciare spazio agli avversari; spintoni e scivolate al limite del regolamento. Nessuno dice nulla e questa oscenità va bene a tutti.
Finalmente finisce la partita e si torna a giocare al calcio perchè la nostra partita contro la squadra professionistica è all'insegna del bel calcio giocato, del fair-play e del rispetto delle regole. I miei bimbi giocano benissimo, a tratti anche alla pari dei più quotati avversari ed un mio bambino segna un gol favoloso. Rientriamo negli spogliatoi ed il padre del nostro bambino goleador entra negli spogliatoi, si dirige verso il figlio ed in modo autoritario gli intima: "Oggi non sei proprio in forma!!!" (Più tardi scopro che il bambino era ammalato e quindi gli faccio interrompere il torneo. Nessuno però mi aveva detto nulla!!!). Io prendo subito le difese del bambino dicendo: "Ma come si fa a dire una cosa del genere, dopo aver visto il proprio figlio segnare un gol strepitoso? Per favore puoi uscire dagli spogliatoi?" Lui, risentito da quanto gli ho detto replica. "E poi perchè me lo fai giocare fuori ruolo, in difesa, dove sai che non rende!!!". Io lo caccio in molo modo dallo spogliatoio e proseguiamo il torneo.
Giochiamo contro "quelli" del 2005 e 2006 e i miei bambini subiscono spintoni per tutta partita e vengono da me dicendo: "Ma perchè loro sono più grandi?" - "Ma perchè non ci fanno giocare e buttano il pallone?". A loro dico: "Non preoccupatevi voi state giocando a calcio, loro ad uno sport che ancora non capisco".
Finlmente arriviamo all'ultima partita, ma ancora non sapevo a cosa sarei andato incontro.
I bambini di entrambe le squadre stanno giocando bene e si stanno divertendo, così come i genitori in tribuna. L'arbitro della gara è il pseudo-allenatore della squadra ospitante che probabilmente l'ultima volta che si è aggiornato calcisticamente l'Italia vinceva la sua seconda Coppa del Mondo nel 1938!!!
Ad un certo punto, questo genio del calcio obbliga i bambini della squadra avversaria ad applicare una regola assurda: il portiere deve fare lo scambio al limite dell'aria con il difensore per poi rinviarla!!! I bambini non capiscono. Lui si altera e cerca di imporre questa stranezza. Io dalla mia postazione a bordo campo grido: "Facciamoli giocare come sanno, facciamoli divertire!!!" Dopo qualche minuto imbarazzante il gioco riprende fino al fattaccio che ha "impreziosito" il pomeriggio.
Un bambino della squadra avversaria, un pò agitato, compie l'ennesimo fallo di gioco (ci sta è un fallo di gioco!!!). Nessuno si lamenta ... tranne ... il pseudo-arbitro o pseudo-allenatore che redarguisce in malo modo, urlando e sbraitando contro il povero bambino. Il povero bambino non si dimostra così tenero, anzi in maniera maleducata manda a quel paese lo scorbutico vecchietto che offeso da questa mancanza di rispetto, entra in campo, si avvicina al bambino e con il dito alzato cerca di insegnarli l'educazione urlando a più non posso. Risultato: il bambino scoppia in lacrime. Tutti allibiti osservano la scena, ma nessuno interviene!!! Io non ce la faccio a starmene in disparte. Entro in campo e vado dal nonnino dicendo: "Ma ti rendi conto che stai facendo piangere un bambino? Lui ha sbagliato ma tu stai esagerando!!! I bambini sono venuti qua per giocare a calcio e divertirsi e non per vedere queste scenate da baracconi". Mi prendo anche io la mia dose di insulti, ma poi fortunatamente riusciamo a far riprendere la partita.
Non è finita!!! Un dirigente della mia società (coetaneo dell'allegro nonnino col fischietto) che assisteva al torneo dalla tribuna, vedendomi contrariato, decide di scendere dagli spalti e si affianca al sottoscritto dicendo: "Calma Roberto, non era nemmeno un tuo bambino. Lasciamo perdere non faciamo casino". Allibito all'udire queste parole che mi fanno capire che a lui interessava di più non rovinare i rapporti con la società ospitante piuttosto che condannare dei gesti che fanno male alla cultura sportiva e sono dei pessimi esempi per dei bambini di 7 anni, sconsolato rispondo: "Non preoccuparti, io e te vediamo il Calcio in modo diverso. Io cerco di insegnare qualcosa di buono ai bambini!!!"
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